Perdonare se stessi: ne siamo capaci?

Emerge spesso, in un percorso di counseling, quando un cliente racconta la propria storia, la spinosa questione dell’essere in grado di perdonare se stessi.

La parola “perdono” (per-dono) ha a che fare con il concetto della gratuità del dono, che viene così svincolato dal bisogno di restituire, dall’espiare una colpa. Questa gratuità non è semplice nei confronti degli altri e non è immediata. Il perdono, infatti, spesso è un percorso che richiede il suo tempo e, se è difficile con gli altri, ancora di più lo è con noi stessi. Il counseling interviene anche qui, quando rimaniamo ancorati al senso di colpa, e accompagna il cliente nel ritrovare quella “gratuità” verso se stesso, un passo alla volta.

Ci si può ritrovare infatti bloccati, incapaci di andare avanti perché non si riesce a perdonare se stessi. Questo blocco ha a che fare con una mancata accettazione di sé poiché spesso ci ritroviamo ad essere molto più severi con noi stessi che con gli altri. Accade quindi che quello sbaglio, quella scelta, quel cambiamento di cui, con il senno del poi, ci siamo pentiti, lo viviamo con un enorme senso di fallimento e rimaniamo bloccati lì, incapaci di perdonarci. Forse a volte è più facile perdonare gli altri poiché li vediamo più facilmente nella loro interezza, cogliamo le sfumature, comprendiamo. Con noi stessi a volte sembra impossibile e restiamo lì, nel profondo senso di colpa, che magistralmente è capace di inquinare poi ogni aspetto della nostra vita.

Il counseling può intervenire proprio qui, in mezzo a questo blocco, a mostrare i benefici dell’imparare a perdonare se stessi. Siamo esseri umani fallibili ma per vivere un’esistenza appagante è necessario che impariamo, prima di ogni cosa, ad accettare quello che siamo, nella nostra interezza. Accettare quello che siamo ci permette poi di perdonarci.

Perdonare se stessi non significa cancellare, giustificarsi, non assumersi la responsabilità dell’errore commesso. Perdonarsi non è una strada facile verso l’autoassoluzione ma piuttosto implica la capacità di non identificarci totalmente con gli errori commessi.

Sì, è vero, magari abbiamo sbagliato, ma noi non siamo solo quell’errore di cui ci assumiamo la responsabilità ma siamo anche molto, molto di più. Identificarsi totalmente nell’errore ci impedisce di vedere tutte le altre nostre qualità e quindi ci impedisce anche di porvi rimedio.

Nel mondo del counseling, invece, imparerete a prendere confidenza con l’idea che davvero, ognuno di noi, è sempre molto, molto di più dei suoi errori.

MV

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