Torno oggi da una settimana di ferie in Toscana.
Una meravigliosa e lenta settimana in vacanza con amici e con la famiglia.
Della Maremma adoro soprattutto i paesaggi.
La cosa che preferisco fare è fermarmi ad ammirare i panorami da uno dei tanti colli.
In silenzio, con un calice di vino in mano, dopo una giornata di mare.
Mentre osservo il paesaggio naturale mi accorgo che durante un incontro di counseling si fa la stessa cosa. Dopo una giornata frenetica il cliente si ferma ad osservare il suo paesaggio interiore, il suo stato mentale. Si prende il tempo di Identificare le sue emozioni, i suoi sentimenti, di analizzare i suoi pensieri. In questo modo impara a conoscersi. Prende familiarità con se stesso.
L’introspezione ci aiuta ad identificare le nostre carte vincenti. Riusciamo anche a scoprire quali sono i nostri punti deboli. CI prendiamo cura e gestiamo le nostre emozioni. Abbiamo il tempo di adattarci alle situazioni inedite e ci rimettiamo in discussione.
Approfondiamo l’auto-conoscenza per diventare una versione migliore di noi stessi. Come se avessimo di fronte un meraviglioso panorama, il nostro personale ed intimo paesaggio lo guardiamo e capiamo cosa ci piace, cosa invece potrebbe essere migliorato. Magari in fondo una zona è buia, in ombra e ci fa anche paura. Ma se abbiamo familiarità con tutto il resto, possiamo anche decidere di fare una gita per iniziare a conoscerla meglio. Conoscendo il nostro territorio sappiamo quali risorse possediamo, dove possiamo trovare l’aiuto che ci serve se ne abbiamo bisogno.
In questa esistenza ormai frenetica, l’introspezione è necessaria, ma richiede di concederci del tempo per noi stessi, di sfuggire alla depressione, di orientarci verso il nostro centro. Se conosci bene il territorio è molto più difficile perdersi e non trovare la giusta strada.
Per questo è molto importante osservare il proprio paesaggio interiore.