Oggi mi sono ritrovata ad osservare dei bimbi che giocavano in cortile. Erano due fratellini di circa 6 e 3 anni. Il più piccolo è caduto ed ha iniziato a piangere. Quello più grande inizialmente ha continuato a giocare e poi si è avvicinato, si è seduto di fronte al piccolo che piangeva e gli ha preso una mano tenendogliela sino a che non è arrivata la mamma.
Era solo un gesto consolatorio oppure era anche empatico? Non saprei dirlo.
L’empatia nel bambino è un fenomeno complesso che coinvolge diversi aspetti del suo sviluppo.
Secondo Strayer (1987) l’empatia si acquisisce e si sviluppa attraverso le interazioni interpersonali ed è proprio attraverso queste esperienze che avvengono nel corso dello sviluppo che si può notare come: 1. la condivisione empatica aumenta con l’età 2. i bambini che mettono poca distanza fra sé e gli altri risultano più portati all’empatia dei bambini che mettono una maggiore distanza interpersonale.
Esistono delle modalità educative e degli atteggiamenti che favoriscono lo sviluppo dell’empatia nel bambino? Numerosi studi hanno dimostrato che l’affettività genitoriale, cioè la capacità dei genitori di soddisfare i bisogni emotivi dei propri figli, giochi un ruolo importante nello sviluppo dell’empatia.
In che modo? I genitori devono essere in grado di accettare l’espressione delle emozioni del figlio senza censurarne alcune rispetto ad altre, in questo modo, (Greenespan, 1997) la vita emotiva del bimbo avrà una maggiore possibilità di espandersi e di sperimentare le diverse tonalità affettive.
Quando oggi la mamma è arrivata, ha asciugato le lacrime del piccolo ed ha abbracciato quello più grande.
Chissà cosa avranno provato quei bambini e quali ricordi porteranno con loro?
G.L.
(bibliografia: L’empatia integrata – Ed. Sovera – Giusti-Locatelli)